MATERIALI PER UN’EDUCAZIONE ALLA PACE
«Come costruire un cammino di pace e di riconoscimento reciproco? Come rompere la logica morbosa della minaccia e della paura? Come spezzare la dinamica di diffidenza attualmente prevalente?». Essere «artigiani della pace aperti al dialogo senza esclusioni né manipolazioni»
Se qualcuno è alla ricerca, per la propria attività didattica o per altre ragioni, di materiali di riflessione sul tema della pace, il messaggio che Papa Francesco ha proposto il 1° gennaio scorso, in occasione della LIII Giornata mondiale dedicata all’argomento, può essere davvero utile.
Nel titolo – La pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione e conversione ecologica – è sintetizzata l’idea di un cammino da percorrere, di una speranza cui dare concretezza con pazienza sulle strade di noi, donne e uomini di questo tempo, a qualunque livello, dalla vita personale a quella sociale e politica, dall’ordinarietà della vita quotidiana alla responsabilità delle grandi scelte globali: «Sperare nella pace – scrive Francesco all’inizio del testo – è un atteggiamento umano che contiene una tensione esistenziale, per cui anche un presente talvolta faticoso “può essere vissuto e accettato se conduce verso una meta e se di questa meta noi possiamo essere sicuri, se questa meta è così grande da giustificare la fatica del cammino”. In questo modo, la speranza è la virtù che ci mette in cammino, ci dà le ali per andare avanti, perfino quando gli ostacoli sembrano insormontabili».
Il documento è breve, come nella tradizione avviata cinquantatrè anni fa da Paolo VI: propone l’argomento, lo sviluppa fornendo una serie di elementi di riflessione, suggerisce possibili percorsi operativi e formativi. Ogni 1° gennaio, infatti, viene offerta, in relazione alla ricerca della pace, una chiave di lettura diversa: qualche anno fa, ad esempio, il contrasto alle nuove forme di schiavitù, dalla tratta degli esseri umani allo sfruttamento attraverso il lavoro “in nero” irrispettoso della dignità della persona, o gli immigrati e i rifugiati (con la scelta di una terminologia che aiuta a inquadrare correttamente il fenomeno mondiale delle migrazioni). Si tratta, è bene tenerlo presente, non di libri dei sogni, ma di documenti caratterizzati anche da un grande realismo, in cui l’interpretazione cristiana della situazione è accompagnata da uno sguardo laicamente attento alla situazione del nostro tempo così com’essa è.
Il messaggio del 2020 si articola in cinque paragrafi:
- La pace, cammino di speranza di fronte agli ostacoli e alle prove;
- La pace, cammino di ascolto basato sulla memoria, sulla solidarietà e sulla fraternità;
- La pace, cammino di riconciliazione nella comunione fraterna;
- La pace, cammino di conversione ecologica;
- Si ottiene tanto quanto si spera.
Ci fermiamo qui, perché si fa a prima a leggere direttamente il testo di Papa Francesco, che si trova con un “clic” su questo link:
Può essere utile e interessante leggere anche il breve saluto che il Presidente Mattarella ha indirizzato al Papa, ringraziandolo per le provocazioni che giungono dal messaggio alla coscienza di ciascuno (https://www.quirinale.it/elementi/42658). Ne riportiamo solo un passaggio, in cui ricorda due iniziative annunciate da Francesco: «(…) L’incontro internazionale in programma ad Assisi che consentirà a circa 500 giovani economisti e imprenditori di confrontarsi sulla definizione di modelli economici che – lontano da predatorie logiche dello scarto – rafforzino sempre più la componente etica indispensabile per promuovere una economia più giusta, inclusiva e sostenibile. (…) L’evento dedicato alla ricostruzione di un “Patto educativo globale”, che, nel maggio prossimo riunirà rappresentanti istituzionali e di organismi internazionali, personalità accademiche e studenti per un dialogo sulla necessità di investire in un rinnovato cammino educativo per la maturazione di una nuova solidarietà universale». Il Capo dello Stato non manca poi di evidenziare che «il pressante invito» del Papa «a sperare nella pace si manifesta anche nella chiamata a una “conversione ecologica”, preludio di uno sviluppo autenticamente sostenibile, umano e integrale» e che «la tutela del patrimonio naturale, così come di quello culturale e artistico, è uno dei principi costituzionali della Repubblica Italiana».
Un’intervista di commento al messaggio pontificio si può trovare qui: