“IO CHIEDO QUANDO SARÀ CHE L’UOMO POTRÀ IMPARARE A VIVERE SENZA AMMAZZARE…” Francesco Guccini, uno dei cantautori (e scrittori) italiani più amati e seguiti da diverse generazioni di giovani e meno giovani Francesco Guccini è uno dei cantautori (e scrittori) italiani più amati e seguiti da diverse generazioni di giovani e meno giovani.
Le sue canzoni – pensiamo, per citarne solo una, a Dio è morto https://youtu.be/gvOdKP4Hb2M– continuano ad essere ascoltate e cantate e costituiscono un vero e proprio trait d’union e un linguaggio condiviso tra tantissimi giovani e meno giovani, tra genitori e figli.
Gli ottant’anni di Guccini (14 giugno 2020: «Giugno che sei maturità dell’anno di te ringrazio Dio, / in un tuo giorno, sotto al sole caldo, ci sono nato io, ci sono nato io», Canzone dei dodici mesi, album Radici) sono stati occasione per una serie di interviste, colloqui, articoli che ci hanno mostrato e ci mostrano un autore in piena attività, attento a quello che si muove intorno a noi (e dentro di noi) e aperto al dialogo, disponibile al confronto. Come è stato anche il 27 gennaio scorso, nel Giorno della memoria, quando Teresa Guccini, figlia di Francesco, ha ritirato dalle mani del sindaco di Bologna, Virginio Merola, la Medaglia d’onore ai cittadini italiani deportati e internati nei lager nazisti 1943-1945, assegnata dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al padre del cantautore, Ferruccio, che fu appunto tra i militari italiani che dopo l’8 settembre del 1943 rifiutarono di aderire alla Repubblica di Salò e finirono nei campi.
Proprio la recente celebrazione del Giorno della memoria ci offre l’occasione per ricordare che diversi testi di Francesco Guccini sono stati e sono oggetto di riflessione nelle scuole: citandone anche qui uno per tutti, pensiamo alla conosciutissima Canzone del bambino nel vento (Auschwitz) (https://youtu.be/gvOdKP4Hb2M.
E ad Auschwitz, nel marzo 2016, a cinquant’anni dall’uscita della Canzone del bambino nel vento, il cantautore si è recato per visitare il campo insieme all’arcivescovo di Bologna, Matteo Maria Zuppi, e ad una classe di seconda media (https://www.famigliacristiana.it/articolo/quel-bambino-e-ancora-nel-vento-piu-che-mai.aspx - un documentario su quella visita è andato in onda su Rai storia il 27 gennaio 2017, ed è stato riproposto nel gennaio scorso: http://www.francescoguccini.it/giornata-della-memoria-il-27-gennaio-su-rai-storia-due-documentari-con-francesco-guccini/).
Proponiamo, per gli spunti interessanti che può offrire per una riflessione personale e comune anche all’interno di una lezione, la lettera che, per gli ottant’anni, l’arcivescovo di Bologna, cardinale Matteo Maria Zuppi, ha scritto a Francesco Guccini (che si dichiara agnostico), pubblicata sull’Osservatore Romano, nella quale si ricorda tra l’altro proprio la visita fatta insieme ad Auschwitz. È una lettera sul valore dell’amicizia e sulla ricerca del senso della vita di cui tante e tante tracce si trovano nei testi del cantautore emiliano.
Questo il link per accedervi:http://www.francescoguccini.it/giornata-della-memoria-il-27-gennaio-su-rai-storia-due-documentari-con-francesco-guccini/
Buona lettura.