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In prossimità della scadenza dei contratti fino al termine delle lezioni o delle attività didattiche, ricordiamo che è possibile accedere all’indennità di disoccupazione (NASpI) una volta concluso il contratto di lavoro.

Possono accedere alla Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego:

  • i lavoratori che hanno perso involontariamente il lavoro (quindi non si sono licenziati) e si trovano in condizione di disoccupazione
  • presentano dichiarazione di disponibilità al lavoro presso l’INPS o il Centro per l’impiego territoriale competente (la richiesta si può fare presso il patronato INAS CISL)
  • hanno almeno 13 settimane di contribuzione nei 4 anni che precedono la domanda di accesso all’indennità
  • hanno almeno 30 giorni di lavoro effettivo nei 12 mesi che precedono la disoccupazione

Ci sono 68 giorni di tempo per presentare la domanda, ma se si inoltra la richiesta entro 8 giorni l’indennità decorrerà dall’ottavo giorno successivo alla scadenza del contratto.

 

Ricordiamo anche che la domanda va presentata esclusivamente per via telematica.

Pubblicazione mobilità 2020/2021

Personale docente                   29 giugno

Personale ATA                             6 luglio

Personale educativo                 10 luglio

IRC                                             1 luglio

 

Care alunne e alunni, cari genitori, vogliamo ritrovarci tutti a settembre nella nostra scuola, finalmente, dopo una lunga e faticosa separazione. Desideriamo ritrovare i sorrisi dei nostri alunni, sentirci nuovamente parte di una comunità viva e presente. Sentiamo il bisogno di ricostruire una vicinanza che è anche la bellezza del nostro lavoro, condividiamo le attese di famiglie che attendono come noi la ripresa delle attività scolastiche.
Sappiamo tuttavia che dovremo farlo, almeno per qualche tempo, rispettando misure e regole di comportamento indispensabili per prevenire rischi di diffusione del contagio da coronavirus: un rischio che riguarda direttamente alunne e alunni, le loro famiglie, il personale scolastico e indirettamente l’intera collettività.
Vogliamo che questo avvenga senza dover ricorrere a soluzioni che risulterebbero penalizzanti sia per chi studia, riducendo drasticamente il suo tempo di presenza a scuola, sia per le famiglie, chiamate a sostenere avvicendamenti e turnazioni in aula dei loro figli. Non vogliamo per loro una scuola a metà, sapendo oltre tutto come la didattica a distanza debba fare i conti in molti casi con ostacoli insormontabili.
Servono allora decisioni urgenti, perché il tempo stringe, per rendere possibile una programmazione adeguata delle attività che assicuri il più possibile quelle in presenza, in modo compatibile con le regole imposte dall’emergenza. Per lavorare con classi e sezioni meno affollate, senza che per questo sia sottratta parte dell’offerta formativa e il fondamentale diritto di essere a scuola, servirebbero più spazi, obiettivo non facile, ma che si può ottenere riadattando quelli esistenti; serve dare continuità al lavoro di quanti da anni garantiscono la funzionalità delle scuole, ma serve certamente più personale, almeno per il tempo in cui sarà necessario adottare un’organizzazione del lavoro più complessa. Diversamente, saremmo condannati a una scuola dimezzata.
Perché questo non accada, è necessario investire molte risorse, senz’altro più di quelle al momento previste. Sappiamo bene che ci sono anche altre urgenze cui far fronte, a partire da quelle legate ai pesanti contraccolpi economici e sociali della pandemia. Ma il diritto all’istruzione, cui tutti devono poter accedere in condizioni di sicurezza, deve rientrare fra le priorità nelle scelte che Governo e Parlamento assumono. Vogliamo che questo avvenga, con i fatti e non solo con le parole, come purtroppo sta accadendo.
Questa è un’occasione straordinaria per rimettere al centro la scuola non solo del dibattito pubblico, ma delle priorità reali del Paese: gli investimenti che chiediamo oggi servono per la ripartenza, ma in prospettiva per rilanciare la scuola pubblica dotandola di strutture belle, con spazi adeguati e attrezzati per una scuola di qualità.
Per questo scioperiamo l’8 giugno. Per le particolari condizioni in cui stiamo lavorando, siamo convinti che sarà ridotto davvero al minimo il disagio arrecato agli studenti e alle famiglie, che vogliamo anche ringraziare per il ruolo decisivo di collaborazione svolto in questi mesi di lavoro a distanza. Alle famiglie chiediamo di sostenere le ragioni di questa azione di lotta, il cui obiettivo non riguarda solo il personale scolastico e le sue condizioni di lavoro, ma l’intera comunità educante. Scioperiamo perché sia pienamente garantito il diritto all’istruzione dei figli insieme al diritto al lavoro delle loro madri e dei loro padri. Non vogliamo a settembre doverci accontentare di una scuola a metà.

Lunedi 8 giugno proclamato lo sciopero dalle OO.SS. del comparto scuola.

Nel comunicato unitario le ragioni della proclamazione.

Tavolo di conciliazione: risposte insoddisfacenti da parte del Ministero. I Sindacati indicono lo sciopero della scuola l’8 giugno. Per ripartire servono investimenti straordinari, non piccoli aggiustamenti.
Si è svolto oggi in videoconferenza l’incontro col Ministero dell’Istruzione per il tentativo di conciliazione chiesto dai sindacati a seguito della proclamazione dello stato di agitazione. L’incontro, presieduto dal Capo di Gabinetto, Dott. Luigi Fiorentino, ha lasciato del tutto insoddisfatte le organizzazioni sindacali che l’avevano richiesto, rappresentate dai loro segretari generali.
Eccezion fatta per l’aggiornamento delle graduatorie dei supplenti, proposta che aveva già trovato risposta risolutiva nel testo di conversione del Decreto Scuola approvato nei giorni scorsi dal Senato, su tutte le altre questioni esposte nella lettera inviata per il tentativo di conciliazione le Organizzazioni Sindacali hanno dovuto prendere atto della totale assenza di precisi impegni da parte dell’Amministrazione.
In modo particolare, nessuna disponibilità rispetto alla richiesta di un potenziamento degli organici del personale docente e ATA, la cui necessità è resa evidente dai contenuti del documento con cui il Comitato Tecnico Scientifico indica le misure indispensabili per un riavvio in sicurezza delle attività in presenza, fissando parametri di distanziamento che imporranno un’articolazione del lavoro su gruppi ridotti di alunni. Tale documento, nel fornire un dettagliato quadro della situazione di cui si dovrà tenere conto nel programmare la riapertura delle scuole dal prossimo settembre, alla luce di tutte le precauzioni da adottare per prevenire rischi di contagio, ha reso ancor più evidente l’insufficienza delle risorse destinate al sistema d’istruzione per fronteggiare l’emergenza; per consentire di far fronte all’accresciuto fabbisogno di docenti e collaboratori scolastici, oltre che alla necessaria dotazione di materiali igienico sanitari e di DPI per alunni e personale, occorre infatti prevedere un loro sostanzioso incremento. Se davvero si vuol tornare in sicurezza alle attività in presenza, non bastano piccoli aggiustamenti, servono investimenti straordinari.
Ugualmente non accolte, nell’incontro di oggi, tutte le altre richieste avanzate dai sindacati: garantire il rigoroso rispetto del limite di 20 alunni per classe in caso di presenza di allievi con disabilità, rivedere almeno nella presente emergenza i parametri per il dimensionamento delle istituzioni scolastiche, provvedere alla messa in sicurezza degli edifici, promuovere modifiche normative che sottraggano i Dirigenti Scolastici da responsabilità improprie in merito alla manutenzione degli edifici, incrementare le risorse del FUN per la Dirigenza, prevedere un concorso riservato agli assistenti amministrativi facenti funzione di DSGA. Tutto ciò si aggiunge alla mancata attuazione degli impegni che avrebbero consentito a molti precari con almeno tre anni di servizio una stabilizzazione del rapporto di lavoro già il prossimo settembre, così come non vi è alcuna certezza sulle risorse da destinare al rinnovo del Contratto per il triennio 2019-21.
Dall’esito totalmente negativo del tentativo di conciliazione consegue la decisione dei sindacati di indire lo sciopero di tutto il personale della scuola statale per l’intera giornata di lunedì 8 giugno.
È una decisione assunta nella piena consapevolezza del carattere straordinario della situazione in cui la scuola si trova costretta a operare, in un contesto di generale emergenza per l’intera collettività, nel quale tuttavia sono emersi con ancor più evidenza ritardi e carenze da cui il nostro sistema è afflitto per la mancanza di un adeguato livello di investimento, evidenziato più volte negli ultimi anni nelle indagini e nei confronti internazionali. Proprio per questo si fa oggi ancor più pressante la necessità di ridare a istruzione e formazione la dovuta centralità nelle scelte politiche, perché il superamento dell’attuale emergenza, con un ritorno in piena sicurezza alle attività in presenza, segni anche per il sistema scolastico un momento importante di rinnovamento e di crescita. È forte il timore per la riapertura delle scuole, mancando ad oggi un progetto chiaro e ben definito sulle modalità con cui tornare all’attività didattica in presenza. Il personale della scuola ha dato in questi mesi una grande prova di responsabilità, senso civico, passione per il proprio lavoro: non possono essere queste le uniche risorse su cui far conto, è il momento che faccia fino in fondo la sua parte chi ha la responsabilità di governare il Paese.

Roma, 29 maggio 2020

Flc CGIL Francesco Sinopoli
CISL Scuola Maddalena Gissi
UIL Scuola Rua Giuseppe Turi
SNALS Confsal Elvira Serafini
GILDA Unams Rino Di Meglio

Con una recentissima Ordinanza la Suprema Corte di Cassazione ha riconosciuto anche ai docenti supplenti brevi e saltuari il diritto a percepire la “Retribuzione Professionale Docenti”, la cui corresponsione ad oggi viene riservata invece ai soli titolari di contratto a tempo indeterminato e determinato di durata annuale o fino al termine delle attività didattiche, con esclusione, quindi, dei supplenti brevi e saltuari. La Suprema Corte di Cassazione ha di fatto confermato il principio della piena equiparazione tra lavoratori tempo determinato e indeterminato ai fini del diritto all’intero assegno tabellare, compresi quindi laRetribuzione Professionale Docenti per il personale docente e il Compenso Individuale Accessorio per il personale ATA. 

La pronuncia della Corte di Cassazione non estende però in automatico i propri effetti “erga omnes”, ma vale solo per il caso giudicato. 

I SUPPLENTI BREVI E SALTUARI
 per vedersi riconosciuto il diritto alla RPD e al CIA devono pertanto attivare specifico ricorso individuale innanzi il Giudice del Lavoro. 

La CISL Scuola di COSENZA dà avvio, per i propri iscritti o per chi si iscrive, all’azione legale per il recupero delle somme dovute relative alla RPD e al CIA. 

COSTI DI ADESIONE AL RICORSO 
Per  gli iscritti la condizione necessaria per poter aderire al ricorso è quella di essere regolarmente iscritti alla CISL Scuola di Cosenza  e conservare iscrizione per tutta la durata della causa.

SCADENZA ADESIONE RICORSO 

Si fa presente che il riconoscimento economico della Retribuzione Professionale Docenti e del Compenso Individuale Accessorio è soggetto a prescrizione quinquennale, per cui gli emolumenti accessori vengono erogati fino ai cinque anni antecedenti l’avvio del ricorso da parte degli interessati 

DOCUMENTAZIONE NECESSARIA PER ADERIRE AL RICORSO 

1) copia di tutti i contratti di supplenza breve e saltuaria sottoscritti negli ultimi 5 anni 

2) copia del documento di identità 

3) scheda dichiarativa dei contratti sottoscritti 

4) scheda dati anagrafici 

 

Per aderire e proporre il ricorso contattare la sede centrale di Cosenza al numero 0984/21041 o compilare ilm form dedicato:https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLScEkd936u5dL_wCTzXgjZjFXjZVVfcuFplIhkoumYPMo9gJQQ/viewform?fbclid=IwAR1aI16e31A1tI0K-PyK3HsRU9b74l6UIFH6gKwfDSpOl1OkiyMO4g8DOKs

 

Il dovere di essere all’altezza di quel dolore.

Trovare le ragioni di un impegno comune

 «C’è qualcosa che viene prima della politica e che segna il suo limite. Qualcosa che non è disponibile per nessuna maggioranza e per nessuna opposizione: l’unità morale, la condivisione di un unico destino, il sentirsi responsabili l’uno dell’altro. Una generazione con l’altra. Un territorio con l’altro. Un ambiente sociale con l’altro. Tutti parte di una stessa storia. Di uno stesso popolo»

In questo fine settimana, nel consueto spazio dedicato di volta in volta ad un approfondimento tematico, proponiamo il discorso che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha tenuto il 1° giugno, al Palazzo del Quirinale, nella vigilia della festa della Repubblica, in occasione del Concerto dedicato alle vittime del coronavirus.

È un testo breve, ma denso, che attualizza le ragioni poste alle radici del nostro essere comunità civile, offrendo molti spunti di riflessione sia sulla fase drammatica che il Paese sta vivendo, sia per affrontare i giorni futuri. Sicuramente molti di noi lo avranno letto o ascoltato, ma crediamo valga la pena di tornarci.

È il nostro modo di ricordare il 74° anniversario della proclamazione della nostra Repubblica democratica, fondata sul lavoro, una e indivisibile, solidale.

Il link è il seguente: https://www.quirinale.it/elementi/49354

All’URL https://youtu.be/ANrWj2HS_Vo si può trovare il video del discorso del Presidente Mattarella.