APPROFONDIMENTO: UN TIMONE E UNA BUSSOLA PER NAVIGARE NELLA TEMPESTA
UN TIMONE E UNA BUSSOLA PER NAVIGARE NELLA TEMPESTA
“La cultura della cura come percorso di pace”: il Messaggio di Papa Francesco per la LIV Giornata Mondiale della Pace (1° gennaio 2021)
La “cultura della cura”: imparare a prenderci cura gli uni degli altri
Come avviene da 54 anni, il Messaggio del Papa per la Giornata Mondiale della Pace (1° gennaio) coglie un aspetto attualissimo, decisivo e globale della vita personale e sociale: all’inizio del 2021, in tempo di pandemia, è dedicato, infatti, a quella che Francesco chiama la “cultura della cura”.
Paolo VI, 1° gennaio 1968: una proposta non esclusivamente cattolica, la Chiesa vuole semplicemente “lanciare l’idea”
Sulla spinta del Concilio Vaticano II, Paolo VI pubblicò il primo Messaggio nel 1968, con un’intenzione precisa: «Ci rivolgiamo a tutti gli uomini di buona volontà – scriveva Papa Montini – per esortarli a celebrare la “Giornata della Pace”, in tutto il mondo, il primo giorno dell’anno civile, 1° gennaio 1968. Sarebbe Nostro desiderio che poi, ogni anno, questa celebrazione si ripetesse come augurio e come promessa – all’inizio del calendario che misura e descrive il cammino della vita umana nel tempo – che sia la Pace con il suo giusto e benefico equilibrio a dominare lo svolgimento della storia avvenire. Noi pensiamo che la proposta interpreti le aspirazioni dei Popoli, dei loro Governanti, degli Enti internazionali che attendono a conservare la pace nel mondo, delle Istituzioni religiose tanto interessate alla promozione della Pace, dei Movimenti culturali, politici e sociali che della Pace fanno il loro ideale, della Gioventù – in cui più viva è la perspicacia delle vie nuove della civiltà, doverosamente orientate verso un suo pacifico sviluppo –, degli uomini saggi che vedono quanto oggi la Pace sia al tempo stesso necessaria e minacciata.
La proposta di dedicare alla Pace il primo giorno dell’anno nuovo – spiegava Paolo VI – non intende perciò qualificarsi come esclusivamente nostra, religiosa cioè cattolica; essa vorrebbe incontrare l’adesione di tutti i veri amici della pace, come fosse iniziativa loro propria, ed esprimersi in libere forme, congeniali all’indole particolare di quanti avvertono quanto bella e quanto importante sia la consonanza d’ogni voce nel mondo per l’esaltazione di questo bene primario, che è la pace, nel vario concerto della moderna umanità. La Chiesa cattolica, con intenzione di servizio e di esempio, vuole semplicemente “lanciare l’idea”, nella speranza ch’essa raccolga non solo il più largo consenso del mondo civile, ma che tale idea trovi dappertutto promotori molteplici, abili e validi a imprimere nella “Giornata della Pace”, da celebrarsi alle calende d’ogni anno nuovo, quel sincero e forte carattere d’umanità cosciente e redenta dai suoi tristi e fatali conflitti bellici, che sappia dare alla storia del mondo un più felice svolgimento ordinato e civile» (n. 1).
Il Messaggio del 1° gennaio 2021
Anche Papa Francesco prosegue la tradizione del Messaggio annuale per la Giornata Mondiale della Pace, che consiste sempre in un invito alla riflessione e all’azione rivolto a tutti: «Alle soglie del nuovo anno, desidero porgere i miei più rispettosi saluti ai Capi di Stato e di Governo, ai responsabili delle Organizzazioni internazionali, ai leader spirituali e ai fedeli delle varie religioni, agli uomini e alle donne di buona volontà. A tutti rivolgo i miei migliori auguri, affinché quest’anno possa far progredire l’umanità sulla via della fraternità, della giustizia e della pace fra le persone, le comunità, i popoli e gli Stati».
Emergenza Covid-19, multisettoriale e globale, e crisi interrelate (climatica, alimentare, economica e migratoria). “Cultura della cura” per debellare la cultura dell’indifferenza, dello scarto e dello scontro
Il testo, alla cui lettura vi lasciamo subito, è come sempre di grande attualità: «Il 2020 è stato segnato dalla grande crisi sanitaria del Covid-19, trasformatasi in un fenomeno multisettoriale e globale, aggravando crisi tra loro fortemente interrelate, come quelle climatica, alimentare, economica e migratoria, e provocando pesanti sofferenze e disagi. Penso anzitutto a coloro che hanno perso un familiare o una persona cara, ma anche a quanti sono rimasti senza lavoro. Un ricordo speciale va ai medici, agli infermieri, ai farmacisti, ai ricercatori, ai volontari, ai cappellani e al personale di ospedali e centri sanitari, che si sono prodigati e continuano a farlo, con grandi fatiche e sacrifici, al punto che alcuni di loro sono morti nel tentativo di essere accanto ai malati, di alleviarne le sofferenze o salvarne la vita. Nel rendere omaggio a queste persone, rinnovo l’appello ai responsabili politici e al settore privato affinché adottino le misure adeguate a garantire l’accesso ai vaccini contro il Covid-19 e alle tecnologie essenziali necessarie per assistere i malati e tutti coloro che sono più poveri e più fragili.
Duole constatare che, accanto a numerose testimonianze di carità e solidarietà, prendono purtroppo nuovo slancio diverse forme di nazionalismo, razzismo, xenofobia e anche guerre e conflitti che seminano morte e distruzione. Questi e altri eventi, che hanno segnato il cammino dell’umanità nell’anno trascorso, ci insegnano l’importanza di prenderci cura gli uni degli altri e del creato, per costruire una società fondata su rapporti di fratellanza. Perciò ho scelto come tema di questo messaggio: “La cultura della cura come percorso di pace”. Cultura della cura per debellare la cultura dell’indifferenza, dello scarto e dello scontro, oggi spesso prevalente».
Impegno comune, solidale e partecipativo per proteggere e promuovere dignità e bene di tutti, timone e bussola per navigare nella tempesta
«La cultura della cura, quale impegno comune, solidale e partecipativo per proteggere e promuovere la dignità e il bene di tutti, quale disposizione ad interessarsi, a prestare attenzione, alla compassione, alla riconciliazione e alla guarigione, al rispetto mutuo e all’accoglienza reciproca, costituisce una via privilegiata per la costruzione della pace», scrive Francesco concludendo il Messaggio. «In questo tempo, nel quale la barca dell’umanità, scossa dalla tempesta della crisi, procede faticosamente in cerca di un orizzonte più calmo e sereno, il timone della dignità della persona umana e la “bussola” dei principi sociali fondamentali ci possono permettere di navigare con una rotta sicura e comune».
Un’utile occasione di riflessione da proporre anche nell’attività didattica
Riteniamo che il Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2021 – breve e chiaro nel testo e nella struttura – possa costituire, oltre che per noi stessi, anche per gli studenti, sulla base dei molti spunti che offre sul piano formativo, in generale e in relazione a diverse discipline di studio, un’utile occasione di riflessione da proporre anche nel corso dell’attività didattica. Il link è il seguente:
Buona lettura e buon anno a tutti.